Ad un anno di distanza dalla grande manifestazione del Primo Maggio tenutasi a Monfalcone, che ci ha permesso di sollevare la questione del modello produttivo di Fincantieri, è ancora forte il rumore del silenzio del Segretario della CGIL, Landini, che continua a non dire nulla su questo tema e sull’organizzazione del lavoro fondata su appalti a cascata e sull’importazione di manodopera a basso costo.
Ancora oggi, io e il mio partito restiamo gli unici a portare avanti la battaglia per cambiare un sistema che, a Monfalcone come a Marghera e Genova, mette in secondo piano il territorio e il valore del lavoro.
Abbiamo più volte evidenziato come la complessa rete di imprese in subappalto, spesso riconducibile a soggetti stranieri, possa prestarsi a dinamiche poco trasparenti. In alcuni casi, questo sistema ha favorito l’emergere di pratiche illegali come il caporalato e forme di sfruttamento ai danni dei lavoratori extracomunitari, costretti talvolta fino alla restituzione di parte dello stipendio.
Un fenomeno ancora troppo poco raccontato e indagato, che mette in luce due grandi criticità: da un lato, la mancata stabilizzazione dei lavoratori, che priva centinaia di persone di adeguate tutele giuridiche e salariali; dall’altro, l’impatto demografico di un’immigrazione di massa, spesso legata a comunità musulmane radicalizzate, con evidenti ricadute sulla tenuta sociale del territorio.
A questo quadro si lega a doppio filo il tema della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro. Monfalcone porta ancora le cicatrici delle malattie professionali legate all’amianto: un’eredità pesante, che continua a mietere vittime.
Sicurezza, formazione e informazione sui posti di lavoro devono tornare centrali. Anche in questi termini la presenza di una miriade di ditte diverse e l’impiego massiccio di manodopera straniera non adeguatamente inserita nei tessuti sociali e produttivi, mettono a rischio gli adeguati standard di sicurezza e prevenzione.
Su questi temi sono da tempo a lavoro insieme a tutti i livelli di Governo – ed il particolare con il Ministro Matteo Salvini – con cui abbiamo già condiviso e portato avanti una proposta per favorire la stabilizzazione, la formazione e quindi la sicurezza dei lavoratori.
Sono certa, che come avvenuto per la mia lotta al fondamentalismo islamico, gli avvenimenti mi daranno ragione. E per questo non molleremo. Anna Cisint Europarlamentare Lega