Diciotto anni dopo il delitto che sconvolse l’Italia, il caso Garlasco torna prepotentemente alla ribalta. A riaccendere i riflettori è una decisione della Procura di Pavia: il fascicolo è stato ufficialmente riaperto, con un nuovo possibile scenario investigativo e un diverso nome al centro delle indagini. Non più Alberto Stasi – condannato in via definitiva a 16 anni nel 2015 – ma Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
Un’indagine mai del tutto chiusa
L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 nella sua abitazione di via Pascoli, a Garlasco, sembrava aver trovato una risposta giudiziaria con la condanna dell’allora fidanzato. Ma alcuni elementi mai chiariti, soprattutto sul fronte delle tracce biologiche, non hanno mai smesso di far discutere. Oggi, grazie ai progressi della genetica forense, la giustizia torna a fare i conti con nuovi indizi che potrebbero cambiare tutto.
Il DNA sotto le unghie e l’ombra di Sempio
Al centro della nuova fase c’è un frammento di DNA ritrovato sotto le unghie della vittima. All’epoca era rimasto “anonimo”, ma le nuove tecnologie permetterebbero ora – secondo la Procura e i legali di Stasi – di attribuirlo ad Andrea Sempio. Una svolta potenzialmente clamorosa, se confermata, perché rimetterebbe in discussione l’intera architettura del processo che ha portato alla condanna di Stasi.
Domani l’incidente probatorio: inizia tutto da capo
Domani, 17 giugno 2025, inizierà un incidente probatorio decisivo, presso la Questura di Milano. Un momento chiave, perché si tratta di un accertamento tecnico irripetibile, svolto in contraddittorio tra accusa, difesa e consulenti. Saranno analizzati reperti mai studiati fino in fondo, tra cui:un frammento insanguinato del tappetino del bagno, nuove tracce biologiche,una strana impronta a tre linee parallele, che potrebbe indicare la presenza di un terzo soggetto sulla scena del crimine.
Una sfida tecnica e giudiziariaL’intero accertamento sarà guidato dai periti Denise Albani e Domenico Marchigiani, affiancati da esperti noti come Luciano Garofano, ex comandante dei RIS, e i consulenti delle parti. In ballo c’è la possibile riscrittura di una verità processuale che sembrava scolpita nella pietra. Ma se il DNA dovesse realmente appartenere a Sempio, la giustizia dovrà rimettere mano a ogni dettaglio.
Tensioni tra le parti e clima rovente
Non mancano le polemiche. La difesa di Sempio accusa la Procura di voler costruire un capro espiatorio a tutti i costi. “Un’operazione forzata”, l’ha definita uno dei legali, che parla di “una caccia al mostro costruita a tavolino”.Anche la famiglia Poggi, da sempre convinta della colpevolezza di Stasi, non accetta questa nuova ipotesi, aggiungendo ulteriore tensione a un confronto che si annuncia acceso.
Conclusione: la verità è davvero definitiva?La riapertura del caso Garlasco segna un punto di svolta. Dopo anni di processi, condanne, ricorsi e polemiche, la domanda che tutti si pongono è: la verità giudiziaria corrisponde davvero a quella reale? L’incidente probatorio dei prossimi giorni potrebbe fornire risposte che l’Italia aspetta da quasi vent’anni.
Emiliano fabbri Criminologo