Altrimenti chiamato col neologismo anglosassone workaholism, è una condizione di dipendenza nella quale un individuo e la sua vita vengono sopraffatte dal lavoro.
Il lavoro può diventare, al pari dell’uso di sostanze che creano dipendenza, strumento di fuga dalla realtà e dalle difficoltà, pena la compromissione dell’equilibrio sociale e personale.
E’ un comportamento costrittivo che spinga a dedicare in modo eccessivo le proprie energie all’attività lavorativa, fino a compromettere le relazioni.
In una realtà quale quella attuale che incoraggia alla iper-produttività come indice di successo, è già in diversi paesi (Giappone in primis) un fenomeno alla base di disagi e drammi sociali.
Diversi studi vedono nel workaholism un sistema di compensazione delle proprie carenze legato alla ricompensa data dalla gratificazione del lavoro contro l’incapacità di ottenerla in altri settori della vita.
I sintomi psico-fisici si manifestano attraverso ansia, ossessione, trascuratezza del tempo per sé e per i familiari, tensioni, mal di testa, disturbi del sonno, problemi gastrointestinali, rabbia, irritabilità, stress continuo.
La psicoterapia in casi severi e alcune pratiche comportamentali sono utili per ridurre questa compulsione. Ecco che sport, aria aperta, hobby, passioni ricreative e uno stile di vita più equilibrato sono le vie verso una vita meglio bilanciata.