LOS ANGELES – La frattura tra Elon Musk e Donald Trump si allarga, e le conseguenze iniziano a scuotere l’establishment politico e tecnologico americano. Dopo le dure critiche rivolte al tycoon, il fondatore di Tesla ha annunciato su “X” la nascita del suo partito politico: The America Party. Un segnale chiaro che Musk non solo prende le distanze dall’ex presidente, ma intende entrare nel gioco politico in prima persona. Tuttavia, ha rapidamente cancellato un post scottante in cui collegava Trump al caso Epstein, aumentando il mistero e la tensione.
La risposta del fronte trumpiano non si è fatta attendere. Trump, intervistato da ABC News, ha liquidato Musk con parole lapidarie: “Mi vuole parlare, ma a me non interessa. È completamente impazzito”. Dietro l’insolita escalation ci sarebbe, secondo fonti del New York Times, l’uso di ketamina da parte di Musk, che ne avrebbe alterato il giudizio nei momenti cruciali della campagna.
A complicare ulteriormente lo scenario, la posizione ufficiale di J.D. Vance, vicepresidente di Trump, che ha definito l’attacco a Trump “un errore”, pur riconoscendo la natura “emotiva” dell’imprenditore sudafricano. Ma l’ex presidente non intende fare sconti: ha minacciato “gravi conseguenze” se Musk dovesse finanziare i Democratici, sancendo così la rottura definitiva: “I nostri rapporti sono finiti”.
Le istituzioni voltano le spalle a Musk
Secondo quanto riportato dal Washington Post, la NASA e il Pentagono stanno già cercando alternative alla SpaceX, delusi dall’ipotesi, ventilata da Musk, di sospendere l’utilizzo della navetta Dragon per il trasporto di astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale. Una mossa che, se confermata, metterebbe a rischio uno dei pilastri strategici della politica spaziale statunitense.
Proteste e scontri a Los Angeles
In parallelo, la tensione sociale è esplosa sulla costa occidentale. Dopo una serie di arresti condotti dalle autorità federali contro decine di immigrati, Los Angeles è stata scossa da massicce proteste. Migliaia di manifestanti si sono riversati nelle strade chiedendo il rilascio degli arrestati, mentre la polizia in assetto antisommossa ha risposto con l’uso di gas lacrimogeni.
L’amministrazione Trump ha reagito con fermezza: Tom Homan, capo dell’immigrazione, ha annunciato l’invio della Guardia Nazionale per riportare l’ordine nella metropoli californiana. Trump, in un altro attacco diretto, ha definito “inette” le autorità locali di Los Angeles, promettendo un intervento federale.
La parabola di Elon Musk, da imprenditore visionario a potenziale leader politico, è ora al centro di una crisi istituzionale senza precedenti. La rottura con Trump può segnare l’inizio di una nuova stagione nella politica americana, in cui la tecnologia non è solo strumento di potere, ma motore diretto di ideologie e partiti.
Nel frattempo, la polarizzazione sociale e politica negli Stati Uniti raggiunge nuove vette, in un contesto dove la leadership, sia tecnologica che politica, appare sempre più frammentata e imprevedibile.