Faida “Lamborghini”: il tribunale di Bologna blocca il cugino Fabio per concorrenza sleale

Bologna, 26 giugno 2025 – Dopo sei anni di battaglie legali, il Tribunale civile di Bologna ha emesso una sentenza che mette fine a un contenzioso di famiglia tra Tonino Lamborghini – figlio ed erede ufficiale di Ferruccio, fondatore dell’omonima casa automobilistica – e suo cugino, Gianmarco Fabio Lamborghini. Quest’ultimo è stato giudicato responsabile di concorrenza sleale confusoria, in quanto si spacciava per erede della tradizione Lamborghini, utilizzando il cognome e il famoso marchio del toro in modo ingannevole .

Fabio Lamborghini, tramite la propria società, avrebbe partecipato a eventi internazionali (inclusi Dubai, Cina e Giappone) e promosso iniziative commerciali usando il cognome Lamborghini e il toro marchio registrato, creando confusione tra il pubblico sull’effettiva appartenenza alla famiglia ereditaria  .

I giudici della sezione Imprese di Bologna (Costanzo, Serra e Dioguardi) hanno stabilito che tale comportamento costituisce un’illecita appropriazione di reputazione, generando un vantaggio economico ingiustificato per Fabio  .

La sentenza e le conseguenze

È stata emessa un’ingiunzione inibitoria: Fabio non potrà più usare il marchio “Toro”, il nome Lamborghini né dichiararsi erede del fondatore, pena una multa di €1.000 per ogni nuova violazione e il pagamento delle spese legali (circa €15.000)  .

Il tribunale ha però respinto la richiesta di risarcimento danni da parte di Tonino, in quanto non è stata dimostrata una perdita economica quantificabile per le aziende di sua proprietà  .

Aspetti legali: la concorrenza sleale confusoria

Secondo l’articolo 2598 del Codice civile, commi 1 e 2, si ha concorrenza sleale confusoria quando qualcuno utilizza nomi o simboli tali da generare confusione nel pubblico, sfruttando indebitamente la reputazione altrui  . In questo caso, l’utilizzo improprio del cognome famoso e del marchio ha evidentemente creato un danno potenziale all’immagine commerciale dell’erede ufficiale.

Tonino Lamborghini, classe 1947, ha sviluppato un’importante attività imprenditoriale nel settore del design, luxury lifestyle, orologeria, ospitalità e automobilismo, fondando nel 1981 il marchio “Tonino Lamborghini” e costruendo un impero diversificato con fatturato stimato intorno a 400 milioni nel 2017  . È anche padre di Elettra, celebre per la carriera nella musica e nei media  .

Dal canto suo, Fabio – figlio di un altro ramo familiare rispetto a Ferruccio – ha agito in autonomia, scatenando un contenzioso giudiziario che ora si è concluso con una forte limitazione delle sue attività informative e promozionali legate al cognome.

La difesa di Fabio ha dichiarato che ricorrerà in appello, sostenendo che alcuni aspetti andranno approfonditi nella seconda istanza  .

La sentenza di primo grado del Tribunale di Bologna rappresenta uno spartiacque nella dispute interne alla famiglia Lamborghini. Viene chiarito un principio fondamentale del diritto commerciale italiano: non basta portare un cognome illustre, se il suo uso viene strumentalizzato per ottenere vantaggi economici sfruttando la reputazione altrui. Ora resta da vedere come si evolverà la vicenda in appello, ma intanto l’ordinanza è un segnale netto: il marchio e il nome derivano da Ferruccio – non sono proprietà collettive e non possono essere usati a piacimento.

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