CITTÀ DEL VATICANO – Sarà una giornata di intensa spiritualità e comunione ecclesiale quella di lunedì 9 giugno, quando la Santa Sede celebrerà il suo Giubileo nell’ambito dell’Anno Santo 2025. Un appuntamento dal forte valore simbolico che coinvolgerà dipendenti, funzionari, religiosi e laici legati agli uffici vaticani, con la presenza del Santo Padre.
Il programma si aprirà alle ore 9:00 nell’Aula Paolo VI, dove sarà possibile accostarsi al sacramento della Riconciliazione, un gesto che inaugura il cammino giubilare nella dimensione della penitenza e della misericordia.
Alle ore 10:00, lo spirito dell’evento entrerà nel vivo con una riflessione guidata da Suor Maria Gloria Riva, delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento. Parole che accompagneranno i partecipanti verso il cuore del Giubileo: la processione attraverso la Porta Santa, simbolo dell’incontro con Cristo e del rinnovamento interiore.
Alle 11:30, nella Basilica di San Pietro, sarà celebrata la Santa Messa conclusiva, presieduta dal Pontefice o da un suo delegato. Un momento solenne che unisce la liturgia alla missione quotidiana di chi opera al servizio della Chiesa universale.
Una tappa nel calendario giubilare
L’evento si inserisce all’interno di una sequenza di appuntamenti previsti per il mese di giugno: dopo il Giubileo dei movimenti ecclesiali, il 9 giugno sarà la volta della Curia Romana, mentre nei giorni successivi toccherà al mondo dello sport, ai governanti e alle confraternite. Una scansione che evidenzia il carattere inclusivo e universale dell’Anno Santo.
La partecipazione è aperta anche ai fedeli esterni, ma è necessaria la prenotazione online tramite il portale delle celebrazioni liturgiche papali. Per i sacerdoti che desiderano concelebrare è previsto un modulo dedicato.
Il significato del GiubileoIl Giubileo rappresenta da secoli un’occasione privilegiata di grazia e riconciliazione. Quello della Santa Sede assume un rilievo particolare perché coinvolge direttamente coloro che sono al servizio del successore di Pietro, richiamando l’attenzione sulla responsabilità di vivere la fede anche nell’ambito istituzionale.
La celebrazione del 9 giugno è dunque più di un rito: è una testimonianza pubblica di fede e una chiamata alla coerenza evangelica in ogni ambito della vita.