Quando si parla con Otiaky Chong non si ha l’impressione di ascoltare una terapeuta convenzionale, ma di immergersi in un’energia profonda, primordiale, autentica. Nata a Guantanamo, da padre cinese e madre canaria, Otiaky ha portato con sé il patrimonio vivo di più culture, di frontiere interiori ed esteriori attraversate con determinazione e grazia. Il suo approccio alla psicologia è personale, esperienziale: non parte dalla diagnosi, ma dalla persona. Ogni incontro è un viaggio che si basa sull’ascolto, sull’intuizione, sul rispetto del dolore e sulla forza nascosta in ogni essere umano.
La sua pratica include anche l’ipnosi, non come spettacolo, ma come strumento delicato e potente per sciogliere tensioni, ritrovare sé stessi, affrontare i traumi. E poi la fitoterapia, tramandata da Abuela Tomasa, la nonna che ha segnato la sua vita e alla quale ha dedicato il libro “Salir Vencedora”.
Un testo che è insieme autobiografia, testimonianza e invito al coraggio. Racconta di lei, ma anche di tante donne che affrontano ogni giorno guerre invisibili, dentro e fuori di sé.
Otiaky parla di Cuba, di salsa, di famiglie unite, ma anche di politica, di parità di genere e del ruolo delle donne nella scienza e nella società. Ricorda come il cambiamento parta dall’educazione, sin dall’infanzia. E chiude con un messaggio chiaro: “Mai accontentarsi. Bisogna continuare a imparare. Sempre.”
Nel suo libro “Salir Vencedora” racconta il coraggio delle donne. Quanto è importante oggi, secondo lei, legare psicologia e narrazione per sostenere chi vive momenti di fragilità?
Molto importante, dalla osservazione del comportamento è possibile capire molto dagli esseri umani, e così poi raccontare storie di vita reale , cercando di colpire il lettore, afferrandolo con spunti motivazionali e racconti suggestivi. Cercando di usare metafore e racconti simboli per interessare il pubblico.
L’ipnosi e la fitoterapia sono strumenti non convenzionali: come riesce a integrarli nella sua pratica clinica in un contesto come quello italiano, spesso ancora legato alla medicina tradizionale?
Sono due campi diversi, l’ipnosi è uno strumento per sciogliere stati di tensione, per esempio oggi viene usata anche in odontoiatria , per calmare le persone che presentano stati ansiosi, prima di un piccolo intervento.La fitoterapia invece con molta attenzione, sempre una accurata visita e relativa prescrizione clinica, è possibile , usare le piante medicinali, per trattare alcuni sintomi, ad esempio stati di agitazione.
Uso come coadiuvante il chiodo di garofano per esempio, che è una vera e propria miniera di rimedi per vari disturbi, l’aloe che è un antinfiammatorio per l’infiammazione pelvica ad esempio.
La menta molto rinfrescante e calmante, dello stomaco. L’arnica come antinfiammatorio, al pari dell’artiglio del diavolo. La salvia molto buona per calmare i bronchi, come l’eucalipto in infusione, il limone, e l’aglio per abbassare la pressione, e camomilla in quantità, ed infine l’origano, in infusione per calmare l’acidità gastrica
Lei ha attraversato culture, lingue e sofferenze: cosa significa per lei “guarire” e come si costruisce, giorno dopo giorno, la propria resilienza?
Ogni essere umano non è in definitiva schiavo del suo passato e delle circostanze, ognuno si costruisce la sua propria identità, ed è responsabile della propria situazione, è troppo comodo pensare di essere vittima degli eventi, questo è un messaggio che desidero inviare alle nuove generazioni, siate in grado di costruire la vostra propria vita.
E’ sempre possibile trionfare nella vita a qualsiasi età , e in qualsiasi contesto.
La ringrazio per la sua gentile attenzione.