La sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha scritto una nuova verità giudiziaria sul tragico caso di Saman Abbas, la diciottenne pakistana uccisa nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara. Ergastolo per i genitori e i due cugini, 22 anni per lo zio Danish – colui che, a distanza di diciotto mesi, fece ritrovare il corpo. La giustizia ha ribaltato il primo grado, che aveva assolto i cugini. Come si è arrivati a questo cambiamento?Non c’è mai stata una “pistola fumante”. Nessuna telecamera ha ripreso il momento dell’omicidio. Nessuna prova regina. A inchiodare gli imputati è stato il racconto fragile e coraggioso di Ali Haider, il fratello minore di Saman, unico testimone oculare, che osservò tutto da un uscio di casa: lo zio che stringe il collo alla sorella, i cugini che lo aiutano a trascinarla e poi seppellirla nella buca scavata tra le serre.
Eppure, la sua testimonianza fu inizialmente rigettata. Per i giudici di Reggio Emilia era inattendibile: era notte, la visibilità scarsa, e quel ragazzo – allora appena sedicenne – era considerato addirittura partecipe del delitto.
Ma davvero possiamo ignorare il contesto in cui è cresciuto? Possiamo sottovalutare il condizionamento psicologico, il peso del patriarcato, la paura? Denunciare la propria famiglia, per chi viene da una cultura dove l’onore è un principio assoluto, è un atto quasi impensabile. Eppure lui lo ha fatto. Ali Haider ha rotto il silenzio. E nella sua testimonianza, nei suoi occhi – come ha raccontato chi lo ha incontrato – c’è un dolore autentico, un pentimento sincero. E forse anche il desiderio di onorare il sogno di sua sorella: vivere libera, tra Oriente e Occidente.
Saman è morta per una libertà che voleva prendersi. Una libertà negata da chi avrebbe dovuto proteggerla. Oggi, quella libertà trova voce anche attraverso il coraggio del fratello, e attraverso una verità giudiziaria finalmente più aderente alla realtà.
Nel raccontare questa vicenda, non possiamo che ricordare che dietro ogni “delitto d’onore” si cela una società da decostruire, una mentalità da cambiare, e tanti giovani da ascoltare e sostenere.