L’ULTIMO DESIDERIO

di



Ovvero, l’ascesa verso una dolce morte

Non vuole essere l’ennesimo report sull’episodio del pesce Diavolo Nero, inquietante creatura degli abissi immortalata in un video virale (e storico) che ha ripreso la sua risalita fino ad incontrare la inevitabile morte in superficie a causa di una fatale, per lei o lui, differenza di pressione.

Vorrei piuttosto vederci un’allegoria potente.

Fra le ipotesi scientifiche in valutazione troviamo: la fuga da un predatore, l’ingresso involontario nella colonna d’acqua ascendente, un comportamento anomalo in caso di malattia.

La metafora esistenziale di cui si accennava, porta la visione romantica umana a considerare il gesto del Diavolo come una tanto affascinante quanto funesta fuga dal proprio mondo tenebroso e inospitale verso la luce. Una luce per la quale non sono tutti attrezzati. Una luce di superficie che ha creato tutt’altro mondo, e della cui bellezza si è sentito parlare perfino a migliaia di metri di profondità, nel buio più totale.

Il desiderio di scoperta è un’aspirazione da sempre tutta umana. Crediamo noi.

Ecco che le scoperte rivelano però anche il loro aspetto più feroce: il rischio di autodistruzione se non si è forniti di strumenti necessari alla trasformazione fondamentale per sostenerle e affrontarne le conseguenze.

Questo stupendo e mostruoso esemplare, diverso e sconosciuto all’estetica che la luce richiede, assume nella sua personale, tragica e misteriosa corsa verso la superficie, una tenera bellezza. Un coraggio che sfida tutto il mondo nel quale si è evoluto e che lo vuole relegato agli abissi.

La “risalita” è quindi sempre un progresso?

Per il Pesce Diavolo significa morte certa. E lei o lui lo sapeva.

E così, sin dalla mitologia, l’ascesa può essere un’ideale accecante e drammaticamente pericoloso per ognuno, laddove non siamo preparati per sopportare ciò che immaginiamo o non immaginiamo. E che comunque decidiamo di sfidare.

Non tutti i posti nel mondo sono per tutti quindi. Serve una notevole dose di equilibrio e conoscenza di sé e delle proprie possibilità di sopravvivenza. Ma al Diavolo non interessava. Eccola quà allora la variabile che anche in natura sfida le regole.

L’ episodio in questione è troppo simbolico. Quel povero Pesce Diavolo inconsapevolmente ha avuto il merito di far riflettere una parte di noi, l’ennesima volta, su come la natura sia forte e coraggiosa. Quanto la stessa sia connessa, attraverso le sue manifestazioni e rappresentazioni, con i comportamenti umani. Ci dev’essere di più di un gesto inconsapevole. Ci dev’essere un messaggio da interpretare. O lo voglio cercare.

Mi piace credere che Lei o lui, percependo la propria fine, abbia voluto dare una sbirciatina a quella luce e a quel mondo di cui tutti laggiù parlavano, concedendosi il lusso di un ultimo luminoso desiderio.