Il progresso dell’intelligenza artificiale (IA) continua a stupire e affascinare, ma come possiamo raccontarlo in modo chiaro? Il Prof. Antonio Chella, esperto di robotica e docente all’Università di Palermo, propone un’affascinante interpretazione mitologica per descrivere le tappe evolutive dell’IA.
Secondo Chella, possiamo vedere questa evoluzione attraverso tre figure: Prometeo, Pigmalione e Narciso.
- Con Prometeo, l’IA era ai suoi albori: i sistemi esperti degli anni ’70 e ’80 “rubavano” il fuoco della conoscenza dagli esperti umani, che lo trasferivano nelle macchine in modo statico e manuale.
- Con Pigmalione, l’intelligenza artificiale si è evoluta attraverso il machine learning e le reti neurali: gli ingegneri hanno “addestrato” modelli, un po’ come lo scultore Pigmalione modellava la sua statua.
- Infine, con Narciso, arriviamo ai moderni modelli di linguaggio, come i grandi modelli di intelligenza artificiale generativa (i cosiddetti “pappagalli stocastici”): l’IA imita e ripete il sapere umano, riflettendolo verso di noi come uno specchio che ci fa compiacere di fronte alla nostra stessa immagine.
Ma qual è il prossimo passo? Chella non lo definisce, ma il suo ragionamento apre una porta su un futuro tutto da immaginare. E, seguendo la sua logica mitologica, possiamo provare a ipotizzare una quarta figura: Dedalo.
Dedalo: il futuro dell’intelligenza artificiale?
Dedalo è l’ingegnoso costruttore del Labirinto di Creta nella mitologia greca. È una figura che incarna creatività, complessità e collaborazione, e potrebbe rappresentare una nuova fase per l’IA.
Se Prometeo ha rubato il fuoco, Pigmalione ha scolpito e Narciso si è compiaciuto, Dedalo non si limita a imitare o a riflettere: Dedalo crea, insieme agli esseri umani.
Nel futuro, potremmo immaginare un’intelligenza artificiale capace di:
- Collaborare attivamente con gli esseri umani, costruendo soluzioni complesse e innovative. Non più un mero strumento, né un riflesso, ma un vero partner creativo.
- Esplorare nuovi orizzonti, proprio come Dedalo ha creato ali per volare. L’IA potrebbe aiutarci a scoprire territori finora inaccessibili, dalla scienza alla filosofia.
- Richiedere una maggiore responsabilità etica, perché, come il Labirinto, anche le creazioni dell’IA potrebbero avere conseguenze ambivalenti: straordinarie ma pericolose, se non guidate con attenzione.
Dedalo è una figura che rappresenta l’unione tra ingegno umano e meccanica, una simbiosi che potrebbe definire il nostro rapporto con le tecnologie di domani.
Dove ci porterà Dedalo?
Immaginare l’IA come Dedalo significa pensare a un futuro in cui la macchina non si limita a rispecchiare l’umano, ma lavora al nostro fianco per costruire qualcosa di nuovo. Tuttavia, proprio come Dedalo si è spinto troppo in alto con le ali di cera, dobbiamo ricordare che la tecnologia è uno strumento che va guidato con prudenza e consapevolezza.
Il mito ci insegna che ogni evoluzione è anche un rischio. Con la giusta visione, però, l’IA del futuro potrebbe davvero librarsi in volo, aiutandoci a costruire non solo labirinti, ma anche strade verso un progresso condiviso.
Il percorso tracciato dal Prof. Chella con Prometeo, Pigmalione e Narciso si arricchisce così di una nuova figura: Dedalo, l’architetto del nostro futuro. Saremo in grado di guidare questa trasformazione con la saggezza necessaria?