L’amministrazione Trump ha avviato una drastica riorganizzazione dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), disponendo il licenziamento di circa 2.000 dipendenti con sede a Washington e il congedo della maggior parte del personale all’estero. La decisione è stata resa esecutiva dopo il via libera del giudice federale Carl Nichols, che ha respinto un tentativo di bloccare temporaneamente il piano.
Le tensioni tra le agenzie governative
Parallelamente, Elon Musk, recentemente incaricato di una revisione dell’efficienza governativa, ha inviato una richiesta a 2,3 milioni di dipendenti federali, esigendo un rendiconto dettagliato sulle loro attività settimanali. Chi non avesse risposto entro la scadenza avrebbe rischiato il licenziamento.
L’iniziativa ha incontrato forte opposizione all’interno di diversi enti governativi, tra cui Pentagono, Dipartimento di Stato e FBI, i cui dirigenti hanno esortato il personale a ignorare la comunicazione di Musk.
Obiettivi e preoccupazioni
L’obiettivo dichiarato di queste misure è la riduzione della spesa pubblica e una maggiore efficienza nell’apparato burocratico federale. Tuttavia, la scelta di licenziare personale USAID ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e sull’efficacia degli interventi umanitari, mentre la richiesta di Musk ha aperto un dibattito sulla legittimità del monitoraggio delle attività dei dipendenti pubblici.
Mentre Trump continua a spingere per un ridimensionamento dell’apparato statale, l’attenzione ora si concentra sulle conseguenze di queste decisioni, sia per i lavoratori che per l’efficienza dei servizi governativi.