Parigi, 6 ottobre 2025 — In un colpo di scena politico inusuale nella storia della Quinta Repubblica, Sébastien Lecornu ha rassegnato le dimissioni da primo ministro pochi minuti dopo aver tentato gli ultimi negoziati con i partiti politici. Il mandato, durato soli 27 giorni, è già il più breve mai registrato per un premier in Francia.
Nel suo discorso di addio, Lecornu ha spiegato che «non ci sono le condizioni» per svolgere il ruolo a causa delle divisioni politiche. Ha lamentato una «moltitudine di linee rosse e liti di potere», denunciando l’incapacità dei partiti di trovare un terreno comune.
Ha aggiunto di aver cercato di costruire una “via media” con le forze sociali, ma che tali sforzi si sono infranti contro la rigidità delle richieste dei gruppi parlamentari.
Il presidente Emmanuel Macron ha accettato le dimissioni e aveva nel frattempo chiesto a Lecornu di condurre negoziati finali nelle 48 ore precedenti per formare una maggioranza stabile.
L’uscita di scena di Lecornu compromette il calendario del bilancio 2026. Il governo aveva tempo fino al 13 ottobre per presentare il disegno di legge finanziaria, ma la crisi istituzionale rende incerto il rispetto delle scadenze.
La reazione politica è convulsa:
L’ex primo ministro Gabriel Attal ha criticato Macron sostenendo che non si riesce più a comprendere le sue decisioni.
Il Partito Socialista chiede l’istituzione di un governo di sinistra.
Marine Le Pen e il Rassemblement National invocano lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e il ritorno alle urne.
Altri attori, come i Repubblicani (LR), dichiarano di non voler svolgere il ruolo di “stampella” per un governo instabile.
In questo clima, Macron è chiamato a una scelta cruciale: nominare un nuovo primo ministro, sciogliere il Parlamento e convocare elezioni anticipate, o anche prendere misure straordinarie legate ai poteri presidenziali.
Lecornu è entrato nella storia come il primo ministro con il mandato più breve nella Quinta Repubblica: nominato il 9 settembre, ha dovuto rinunciare al suo incarico meno di un mese dopo.
Il successore tecnico di questo record precedente era Michel Barnier, con 99 giorni alla guida dell’esecutivo.
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Verso scenari possibili
Secondo gli analisti, le opzioni sul tavolo sono:
1. Nomina rapida di un nuovo premier — forse tecnico o super partes — che riesca a superare la forte frammentazione parlamentare.
2. Scioglimento dell’Assemblea nazionale e voto anticipato, come richiesto da molti partiti di opposizione.
3. Ricorso a strumenti presidenziali straordinari, anche se queste soluzioni corrono il rischio di indebolire ulteriormente le istituzioni democratiche.
La Francia si trova ora in un momento cruciale, con la stabilità politica messa a dura prova, il governo prossimo al collasso e un presidente costretto a prendere decisioni decisive nei prossimi giorni.
Crisi lampo a Parigi: Lecornu si dimette dopo 27 giorni – “Non sussistono le condizioni per governare”

