Ponte sullo Stretto: il Governo compatto dopo lo stop della Corte dei Conti. Meloni: “Nessuno scontro, ma andremo avanti”

Roma – Palazzo Chigi, 30 ottobre 2025.
Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito politico nazionale. Dopo il mancato via libera della Corte dei Conti alla delibera del CIPESS, il Governo ha riunito d’urgenza i ministri competenti a Palazzo Chigi per definire la linea d’azione.

Al vertice, presieduto dalla premier Giorgia Meloni, hanno partecipato i vicepremier e i ministri delle Infrastrutture, dell’Economia e dell’Ambiente. La posizione dell’esecutivo è apparsa chiara: nessun passo indietro, ma rispetto delle procedure e collaborazione istituzionale. “Non intendiamo alimentare tensioni, ma risponderemo in modo puntuale e documentato”, ha affermato la presidente del Consiglio.


Il diniego della Corte dei Conti riguarda principalmente aspetti giuridici e amministrativi: copertura finanziaria, sostenibilità economica, valutazioni ambientali e conformità alle direttive europee. L’esecutivo ritiene che si tratti di criticità “risolvibili” e ha disposto la produzione immediata della documentazione integrativa.

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha ribadito che il Ponte resta “un obiettivo strategico per l’Italia” e che il Governo “difenderà con determinazione la legittimità del progetto”. Le stime di Palazzo Chigi indicano come nuovo orizzonte temporale l’inizio del 2026 per l’apertura dei cantieri.


Fonti di maggioranza sottolineano la volontà di evitare contrapposizioni dirette con la magistratura contabile, pur rivendicando la piena legittimità delle scelte politiche. Meloni, nel corso della riunione, avrebbe definito la decisione della Corte “un atto che solleva questioni interpretative”, ma ha invitato alla prudenza comunicativa.

L’opposizione, intanto, chiede maggiore trasparenza sui costi e un dibattito parlamentare approfondito prima di qualsiasi nuovo passo.


Il Governo attenderà la motivazione formale della Corte dei Conti – prevista entro un mese – per predisporre una risposta dettagliata. Un nuovo Consiglio dei Ministri aggiornerà poi la roadmap del progetto.
Secondo fonti di Palazzo Chigi, l’obiettivo resta quello di conciliare celerità e rigore istituzionale, garantendo che ogni atto sia conforme alle regole nazionali ed europee.


Il Ponte sullo Stretto continua a rappresentare una sfida simbolica e infrastrutturale per il Paese. Dopo decenni di rinvii, l’attuale Governo vuole imprimere un’accelerazione, ma l’attenzione della Corte dei Conti impone una gestione più prudente e trasparente.
La partita è tutt’altro che chiusa: tra vincoli giuridici e ambizioni politiche, l’opera resta il banco di prova di un’Italia che vuole unire Nord e Sud — nel segno dello sviluppo, ma anche della legalità.



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