Roma, la tragedia di Beatrice: il sogno spezzato di una ventenne e la richiesta di giustizia sulla Colombo


Roma si è svegliata con il cuore spezzato.
Beatrice Bellucci aveva appena vent’anni, la vita davanti, i sogni ancora da scrivere. Ieri sera, lungo via Cristoforo Colombo, una delle arterie più trafficate e pericolose della Capitale, il destino le è stato strappato via da un terribile incidente, probabilmente causato da una gara clandestina tra due auto che sfrecciavano ad altissima velocità.
Un impatto improvviso, violentissimo, che non le ha lasciato scampo.

Una tragedia evitabile

Beatrice si trovava in macchina con un’amica, in un normale sabato sera romano.
Nessuna imprudenza, nessun rischio: solo il posto sbagliato nel momento sbagliato.
Dall’altra parte, due vetture che si sfidavano come su una pista illegale, trasformando la Colombo in un circuito urbano di follia.

“Non si può morire così, a vent’anni, per colpa dell’incoscienza altrui” – è il grido unanime che attraversa Roma e i social, dove amici, conoscenti e cittadini hanno espresso dolore, rabbia e indignazione.

Una petizione per cambiare le cose

Dopo l’incidente, è nata spontaneamente una petizione popolare per chiedere l’installazione di autovelox fissi su via Cristoforo Colombo, un’arteria tristemente nota per incidenti e corse notturne.
La richiesta è chiara: mettere fine alla cultura dell’imprudenza e della velocità illegale, restituendo sicurezza a chi percorre ogni giorno quella strada.

👉 Firma la petizione qui e condividila: ogni voce può fare la differenza.

https://c.org/4WthPgkbYc

Beatrice diventa così il simbolo di tutte le vittime innocenti di un fenomeno che Roma conosce troppo bene.
Le strade della Capitale non possono continuare a trasformarsi in piste di morte, né la vita dei giovani può essere cancellata in un istante per colpa della negligenza o della vanità di chi scambia l’asfalto per un’arena.

Serve una risposta immediata e concreta: controlli costanti, sanzioni severe, prevenzione.
Ma serve anche educazione civica e rispetto della vita — perché la velocità può dare adrenalina, ma l’imprudenza toglie tutto: l’amore, i sogni e il futuro di chi resta.

Oggi Roma piange Beatrice, ma da questo dolore può nascere qualcosa di giusto.
Che il suo nome diventi una promessa di cambiamento, e che ogni firma raccolta serva a impedire un’altra tragedia come la sua.

Da Luigia Aristodemo

Presidente Associazione DIRE DONNA OGGI Editore Associazione DIRE OGGI 2.0

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