Seduttrice o infedele?

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È sempre la storia del passato a informarci sulle radici dei tanti pregiudizi. Le streghe non sono esistite come figure magiche e malefiche se non nella fantasia popolare. Sono state donne ingiustamente perseguitate ed anche il simbolo di seduzione. La passione che rappresenta la donna è qualcosa di unico nella vita di un uomo, lo dichiarava anche Musil. Ma l’infedeltà bussa alla porta ed è più forte della menzogna. Dovremmo esistere per tutti e non per uno solo… Che poi consumata l’infedeltà rimane un senso di solitudine che sfugge all’uomo. Oggi ci avvolge un senso di inquietudine pur nella facciata di libertà dove sono poche le situazioni di felicità coniugale. Macerazione, angoscia, soprattutto quando una donna si accinge ad operare l’infedeltà. Tuttavia non sono molti i casi di questi sensi di colpa, nei rimorsi “borghesi” non si evidenziano tanti tormenti, piuttosto a farla da padrona è la bandiera della libertà che include anche l’infedeltà, una necessità che la vita offre ad entrambi i sessi… La società deve fare i conti con l’emancipazione scriveva Elvira Banotti nel suo libro “Una ragazza speciale” in cui la sessualità detta legge. La definisce contagio di potenza ormonale che dà ritmo alle nostre vite. Sono i divieti dunque a frenare il mondo femminile ragion per cui sembra che l’offerta di uguaglianza agli uomini paralizzi le nostre esigenze. Le storie dell’umanità femminile e maschile non devono essere messe a confronto altrimenti dovranno essere costretti ognuno nelle proprie gabbie mentali. Invochiamo piuttosto l’autenticità non l’imitazione. Eppure sopravvivono alcuni comportamenti che spiazzano. In tempi passati che appartengono alla “preistoria” le donne si contendevano il maschio futuro marito attraverso una lotta senza esclusione di colpi. Il matrimonio il solo nostro futuro, la nostra sopravvivenza, la nostra unica via di realizzazione. Per acchiappare il maschio più appetibile in senso economico ci siamo considerate nemiche tra noi donne. E siamo diventate le donne di servizio in un rapporto fondato sulla convinzione inamovibile: “così è”. La speranza di avere un’esistenza pari a quella dell’uomo, appartiene alla società moderna che invita la donna ad offrire la sua abnegazione senza esprimere un dovere legato al genere. Questa speranza di avere un’esistenza pari a quella dell’uomo è stata disattesa in tutti i secoli. Il secolo dei lumi le riconobbe la possibilità di studiare: lo doveva fare perché sarebbe stata più saggia e illuminata, ma ciò non doveva implicare l’abbandono delle cure domestiche, pena un gran rovesciamento delle famiglie. Che le donne avessero avuto anche l’intelligenza è stata scoperta tardiva, mentre ha dominato l’idea della donna emotiva più che razionale. Il concetto di possesso è riferito ad un bene di cui disporre a piacimento mentre il non possesso è l’unica cosa che sia a disposizione di tutti. Ma il non possedere percepito come mancanza di potere, di riconoscimento sociale, di prerogative, di rispettabilità viene rifiutato da una società cresciuta su stereotipi, acritica, incapace di accettare l’uguaglianza, il fondamento di libertà. Amo il tradimento ma odio il traditore disse Cesare nelle Vite parallele
di Plutarco.