“Perché la Regione affidò trasporto pubblico ben sapendo le particolarità del territorio? Grave che per coprire costi servizio aggredisca tasche dei cittadini con addizionale Irpef” Prato, 13 mag. – “La Cooperativa Autolinee Pratesi (CAP) ha sempre rappresentato un modello sano ed efficiente, un modello riconosciuto a tutti i livelli di qualità del servizio, professionalità, sostenibilità economica e sociale. Forniva un servizio apprezzato e utile, soprattutto nelle zone più lontane dal centro urbano e più svantaggiate. Ecco perché ho sempre criticato la scelta – l’imposizione – della Regione Toscana, allora a guida Enrico Rossi, sul trasporto pubblico locale, con l’affidamento ad Autolinee Toscane, il tutto portato avanti dalla Giunta Giani senza alcun ripensamento o miglioria. Oggi ne paghiamo tutti le conseguenze: da un modello efficiente siamo arrivati a un modello disfunzionante, con disservizi pressoché quotidiani per i cittadini. Siamo arrivati però al redde rationem. Dopo due anni si sono palesati plasticamente tutti i problemi che avevo e avevamo sempre denunciato: la gara prevedeva che, dopo 2 anni, ci fosse una verifica per valutare la resa dell’investimento. Come sempre detto e come facilmente prevedibile, non ha retto e, già da oggi, la parte più marginale della Provincia di Prato, ossia il Comune di Vernio, è tornata in gestione alla CAP con 6 soci riportati nella cooperativa”. Lo afferma, in una nota, l’On. Erica Mazzetti, deputata pratese di Forza Italia, da sempre fortemente critica sull’operazione Autolinee Toscane. “Sono certa siamo solo all’inizio della voragine e ciò succede perché tutto è stato gestito malissimo dalla Regione, senza tener conto del territorio ma calando dall’alto una scelta non ragionata e soprattutto poco compatibile con il territorio”. “Ancora più assurda – incalza Mazzetti – la scelta, prevista nella gara, di tamponare e intervenire con soldi pubblici della pubblica amministrazione, qualora l’azienda non fosse riuscita a coprire i costi per le aree disagiate, aree che hanno un disperato bisogno del trasporto pubblico”. “Come tutti sanno, la Regione Toscana – ricorda – ha deliberato la rettifica bilancio addizionale Irpef, oltre che per il servizio socio-sanitario anche per il Tpl in particolare con 30 milioni che naturalmente sono sottratti ai cittadini toscani dalla loro propria busta paga o pensione”. “Sono la prima a volere la liberalizzazione dei servizi pubblici, naturalmente in partenariato pubblico-privato, come ben specificato e previsto nel codice appalti 36/2023 di cui sono stata relatrice. È ciò che ha sempre fatto la CAP con alla guida l’illuminato direttore Silvano Bambagioni e il presidente Fiorello Banci o, nel loro solco, con altri presidenti illuminati quali Giuseppe Gori”. “Una volta per tutte – conclude Mazzetti –, la Regione deve dirci perché ha affidato il tpl in questo modo senza tener conto delle esigenze del territorio, causando gravi problemi e con pezze peggiori del buco”.