Virginia Giuffre torna a scuotere Buckingham Palace con la pubblicazione postuma delle sue memorie, Nobody’s Girl.
Nel libro, la donna che anni fa aveva denunciato abusi da parte del principe Andrea e di Jeffrey Epstein racconta episodi finora inediti, tra cui l’ipotesi di un’orgia e la presunta campagna di discredito orchestrata online contro di lei.
Il testo riaccende l’attenzione sul Duca di York, che – secondo fonti vicine alla Corona – avrebbe rinunciato definitivamente al titolo nobiliare per evitare ulteriori imbarazzi istituzionali.
Le autorità britanniche, intanto, avrebbero riaperto verifiche sulle circostanze dei fatti e sull’uso di personale di sicurezza reale all’epoca dei presunti incontri.
Il caso Giuffre-Epstein segna così un nuovo capitolo, destinato a pesare sull’immagine della monarchia in un momento di forte fragilità reputazionale.
Con Nobody’s Girl, Virginia Giuffre affida la propria verità a un racconto crudo e diretto. Descrive tre incontri con il principe Andrea – a Londra, New York e nei possedimenti di Epstein – e sostiene che uno di questi, poco dopo il suo diciottesimo compleanno, si sarebbe trasformato in un’orgia con altre giovani donne, alcune presumibilmente minorenni.
Nel libro emergono anche dettagli che aggravano il quadro etico e mediatico: Giuffre sostiene che persone vicine al principe avrebbero ingaggiato “troll” online per screditarla e diffondere dubbi sulla sua affidabilità.
Un’accusa che, se confermata, getterebbe ombre sulla gestione della crisi da parte dell’entourage reale.
Il principe Andrea, che nel 2022 aveva raggiunto un accordo extragiudiziale con Giuffre senza ammettere colpe, ha rinunciato ora a ogni titolo pubblico. Resta tuttavia alta la pressione su Buckingham Palace: l’opinione pubblica chiede chiarezza, e la pubblicazione del libro riporta in primo piano il tema della responsabilità morale dei membri della Royal Family.
Oltre lo scandalo personale, Nobody’s Girl diventa così un atto d’accusa verso un sistema di potere che per anni ha protetto i privilegi a scapito delle vittime. Un monito – politico e umano – sul prezzo del silenzio.

