LUNGO LE ROTTE DEL MARE

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Dove nascono opportunità, lavoro e cultura”

Il mare non è solo orizzonte, bellezza o sport. È anche lavoro, opportunità, mestiere, identità. Per secoli, ha dato sostentamento a intere generazioni: dai pescatori ai maestri d’ascia, dai marinai ai commercianti. E oggi? Oggi il mare torna protagonista, ma con un volto nuovo.

In un momento in cui molti giovani faticano a trovare un percorso professionale stabile, il mondo del mare si riscopre pieno di sbocchi. Non è solo nostalgia per la tradizione, ma riscoperta e rilancio. La cosiddetta “blue economy” offre oggi un ventaglio di possibilità che vanno dalla nautica al restauro navale, dalla logistica portuale alle attività sportive e turistiche legate al mare.

Oggi servono professionisti capaci di salpare anche verso nuove competenze: progettisti nautici, esperti di sostenibilità marina, skipper, restauratori del legno, istruttori sportivi, operatori turistici. Ci sono realtà formative che offrono percorsi specifici, ITS specializzati, accademie del mare che formano giovani in cerca di una professione concreta, autentica, radicata ma proiettata nel futuro.

Ed è qui che la cultura marinara incontra l’etica del lavoro. Perché stare sul mare è imparare il rispetto per la natura, per i tempi, per le regole. È accettare la fatica come parte integrante di un mestiere dignitoso. È portare avanti una tradizione senza rinnegarne l’origine, ma rendendola attuale, produttiva, sostenibile.

La bellezza di questo mondo è che unisce mani antiche e sguardi nuovi. In uno stesso porto, puoi incontrare chi ripara gozzi in legno come si faceva cento anni fa e chi prepara catamarani elettrici per le regate ecologiche. È una contaminazione preziosa, che insegna a guardare il futuro senza dimenticare il passato.

Parlare di mare oggi vuol dire anche parlare di formazione, di occupazione, di visione. Significa rilanciare territori, valorizzare le coste, creare filiere produttive legate a un patrimonio identitario che ci appartiene. E non è un discorso per nostalgici, ma una chiamata alla responsabilità e alla progettualità.

Il mare può ancora essere il luogo da cui ripartire. Serve solo il coraggio di guardarlo non solo come bellezza da contemplare, ma come risorsa viva da abitare, da rispettare, da vivere. E magari da trasformare in mestiere, in impresa, in futuro.