A quarant’anni dal dirottamento dell’Achille Lauro, un documentario riaccende i riflettori su una pagina cruciale della storia italiana: la notte di Sigonella, quando il governo di Bettino Craxi decise di opporsi agli Stati Uniti per difendere il principio di giurisdizione nazionale.
Era il 7 ottobre 1985 quando quattro militanti del Fronte per la Liberazione della Palestina presero il controllo della nave da crociera Achille Lauro nel Mediterraneo, chiedendo la liberazione di prigionieri palestinesi detenuti in Israele. A bordo vi erano centinaia di passeggeri di diverse nazionalità, ignari di trovarsi al centro di una crisi che avrebbe scosso le relazioni internazionali.
Il dirottamento durò poco più di quarantotto ore, ma le sue conseguenze furono immense. L’uccisione di Leon Klinghoffer, un cittadino statunitense disabile, rese la vicenda ancora più drammatica, spingendo Washington a esercitare forti pressioni sull’Italia per ottenere l’estradizione dei terroristi.
Il momento decisivo arrivò quando l’aereo che trasportava i dirottatori, in fuga dall’Egitto, fu intercettato da caccia americani e costretto ad atterrare alla base di Sigonella, in Sicilia. Qui si consumò una delle più tese notti della storia repubblicana: soldati italiani e reparti della Delta Force americana si trovarono faccia a faccia sulla pista, armi pronte, mentre Roma e Washington si fronteggiavano diplomaticamente.
Il presidente del Consiglio Bettino Craxi rivendicò con fermezza la competenza italiana sul caso, rifiutando di consegnare i dirottatori agli Stati Uniti. Fu un gesto politico di grande peso: per la prima volta un Paese alleato degli USA, e membro della NATO, si opponeva apertamente alle pretese statunitensi sul proprio territorio.
Il docu-film “Sigonella – La Sfida”, diretto da Flavia Triggiani e Marina Loi, con la collaborazione di Luca Fazzo, ricostruisce quella notte di tensione e le sue implicazioni con uno sguardo lucido e documentato. Attraverso testimonianze dirette, materiali d’archivio e ricostruzioni grafiche, il film restituisce la complessità dell’evento, rievocando non solo il confronto politico, ma anche la dimensione umana della paura, del coraggio e della responsabilità.
Le voci di passeggeri, giornalisti, militari e funzionari italiani si intrecciano in un racconto corale che mostra quanto la sovranità nazionale, spesso data per scontata, possa essere difesa solo con determinazione e visione politica.
La crisi di Sigonella rappresentò una frattura nelle relazioni tra Roma e Washington, ma anche un momento di affermazione per l’Italia. In un contesto di Guerra Fredda e di forte influenza americana in Europa, Craxi affermò il principio che la legalità non può essere subordinata agli equilibri geopolitici.
La vicenda segnò un precedente importante: dimostrò che la fedeltà atlantica non doveva significare sottomissione e che la giustizia italiana aveva diritto a fare il proprio corso.
Non a caso, molti storici e analisti considerano Sigonella un passaggio chiave nel percorso di maturazione della politica estera italiana.
Oggi, in un mondo di alleanze fragili e conflitti globali, “Sigonella – La Sfida” non è solo un film sulla memoria, ma una riflessione sul presente. Le dinamiche di potere tra stati, la difesa dell’autonomia decisionale e la tensione tra etica e politica restano questioni vive e attualissime.
Il documentario invita lo spettatore a interrogarsi: cosa significa, oggi, difendere la sovranità di una nazione in un sistema internazionale sempre più interdipendente e condizionato da pressioni economiche e militari?
Con un linguaggio sobrio ma intenso, “Sigonella – La Sfida” restituisce dignità a una pagina di coraggio politico e di orgoglio nazionale. Racconta un’Italia che seppe dire “no” all’arroganza di un alleato potente, scegliendo la via più difficile: quella del diritto e della responsabilità.
Un film che non parla solo del passato, ma di una lezione di indipendenza che, quarant’anni dopo, conserva tutta la sua attualità.

