Nel primo trimestre del 2025 l’economia statunitense ha registrato una contrazione del PIL ad un tasso annualizzato dello 0,5%, notevolmente più marcata rispetto al calo inizialmente stimato dello 0,2 % . Si tratta del primo segno di recessione in tre anni, dovuto principalmente a:
1. Esplosione delle importazioni pre-dazi
Le importazioni di beni sono aumentate del 41–50% su base annua, una corsa dettata dall’attesa dell’entrata in vigore dei dazi, che ha sottratto circa 4,7–4,8 punti percentuali alla crescita del PIL .
2. Consumi a singhiozzo
La spesa delle famiglie si è limitata a un modesto +0,5%, in netto rallentamento rispetto al +4% del trimestre precedente . In particolare, i consumi discrezionali – come ristoranti e auto – hanno evidenziato segni di stanchezza .
3. Spesa pubblica in flessione
Il calo del 4,6% nella spesa federale ha rappresentato il taglio più significativo dal 2022 , contribuendo ulteriormente alla contrazione.
4. Distorsioni statistiche
Molti economisti avvertono che questo crollo potrebbe essere amplificato da fattori temporanei. L’Atlanta Fed, ad esempio, prevede una robusta ripresa (+3,4%) nel secondo trimestre, ma chiarisce che sarà in gran parte un rimbalzo tecnico, non riflettendo una reale ripresa .
Le conseguenze strutturali dei dazi
Inflazione e stagflazione incombenti
Secondo Citi e Citigroup, i nuovi dazi stanno avendo un effetto inflazionistico fino a +1–2 p.p. e potrebbero ridurre la crescita già di 1–2 p.p. nel prossimo anno . JPMorgan parla di rischio stagflazione, con una crescita stimata a circa 1,3% nel 2025 e un 40% di probabilità di recessione nella seconda metà dell’anno . Apollo prevede una crescita anemica (1,2%), inflazione intorno al 3–4%, e disoccupazione potenzialmente al 5% .
Impatto globale e reazioni partner
L’OCSE ha rivisto le stime: crescita USA ora stimata al 1,6% nel 2025 (dal 2,8% del 2024), con rallentamenti simili per il Canada, il Messico e altri . Le imprese stanno reagendo in modo cauto, evidenziando rischi nei metalli, nell’auto e nella catena dei semiconduttori .
Scenari per il secondo semestre 2025
Rimbalzo Q2: previsto ma incerto — potrebbe essere solo tecnicamente sostanzioso.
Inflazione più ostica: alimentata dal passaggio dei dazi ai prezzi, aumentando la pressione sulla Fed.
Rischio stagflazione: rallentamento della crescita + prezzi al rialzo = scenario difficile da contrastare tramite politica monetaria.
Riequilibri globali: le tensioni commerciali ridisegnano le catene globali, con conseguenze per gli scambi e gli investimenti esteri .
L’imposizione di dazi generalizzati — fino al 25% su auto e metalli, 10% su altri beni — ha introdotto una forma di “tassa occulta” sui consumatori e sui produttori americani, rallentando l’economia e accendendo un pericolo stagflazionistico concreto. Restano attesi:
Monitoraggio dell’inflazione PCE & CPI nei prossimi mesi per capire quanto i dazi stiano incidendo sui prezzi finali.
Evoluzione della spesa pubblica: un eventuale taglio eccessivo potrebbe rivedere ulteriormente le stime di crescita.
Clima di fiducia tra imprese e consumatori, da cui dipenderà l’entità del rimbalzo in Q2.
Gli operatori globali seguiranno con attenzione le mosse della Fed — si va verso settembre per eventuali allentamenti — e le prossime mosse commerciali, specie un possibile accordo o escalation con UE/Cina.