E come là tra li Tedeschi lurchi… (Inferno XVII, 21)
Dante Alighieri
Se non fosse stato per Dante, anche in questo caso, non sarebbe esistita una definizione migliore di colui che avidamente si ingozza di cibo senza ritegno.
E’ una parola talmente bella e inusuale della nostra lingua che, pure senza spiegazione, ti dà una idea chiara e istintiva di qualcuno che in un certo qual modo fa schifo.
Il Lurco si è evoluto (meglio sarebbe dire involuto), adattandosi e calandosi perfettamente nel circo mediatico contemporaneo, nel quale ogni scemenza o volgarità può diventare un contenuto di successo.
Una volta, mi par di ricordare, che c’era una certa dignità anche nel fare schifo.
Il passaggio millenario dall’Antico Patrizio dedito ai luculliani banchetti Romani fino all’influencer autonominatosi esperto creatore di contenuti food, è un termometro affidabile per capire una forma di decadentismo moderno, suffragato dalle migliaia di follower che si fanno da EGLI rapire o condizionare.
In men che non si dica, senza né arte e né parte, si diventa virali attraverso abbuffate spiegate con ignoranza supina, dandosi toni da Gourmet dispensatore di consigli preziosi, tecniche di degustazione inesistenti o, se si hanno i soldi, spacconate che vengono mascherate da esperienze evolute e classiste, parecchio grezze e più nascostamente improntate a una certa forma di narcisismo, il quale, nulla ha a che fare con la descrizione di un’esperienza sensoriale e istruttiva.
Uno dei problemi che nascono da questa tendenza, inconsapevolezza gastronomica e malinformazione a parte, è quello dell’estetica del disgusto e della deglutizione rumorosa che diventa spettacolo funzionante; e che anch’essa niente ha a che fare con il raccontare storie, culture enoiche e food, territori, educational, ricette, tradizioni, storia.
Lettura, acquisizione della scoperta, e conoscenza degli organi sensoriali non si sa nemmeno dove stiano di casa.
E’ solo egotista e frustrata fame di attenzione.
Contestualmente, il fenomeno di origini koreane detto Mukbang (neologismo coreano fusione fra mangiare-trasmettere), conferma una certa perversione pubblica diffusa, per motivi meglio spiegati da professionisti sociologi o psicologi, nel foraggiare con vastissimo interesse questo sistema comunicativo killer della salute mentale e fisica…(ndr. argomento già approfondito in questo settimanale)
A mio paradossale avviso, il problema si pone più verso chi consuma il contenuto del sedicente Creator, piuttosto che nel disagiato Creator.
Perchè anche qui, ironia della sorte, è un fatto di fame.
SE A UN DIFFUSORE DI DISINFORMAZIONE NON DAI DA MANGIARE, SEGUENDOLO O LAIKIZZANDOLO, AD ESEMPIO, COSTUI E IL SUO CONTENUTO SI SPENGONO, disinnescando così messaggi pericolosi, posture comportamentali dannose per sé e gli altri, diffusione di ignoranza, volgarità, emulazione ecc.
IL LURCO 2.0 ci usa per monetizzare e per aumentare un’autostima inesistente che attraverso l’illusione di un’altrettanto finto affetto dei follower, va a creare un sistema a circuito neanche tanto chiuso fra : spettacolo-presa in giro-curiosità-offesa-ammirazione-sfruttamento- venalità – depressione e dramma.
Sì, dramma. Finita la fase famelica iniziale, il follower volubile si stanca e ti defollowa…lasciandoti tornare nella tua originale auto-disistima che pensavi si potesse curare con una platea altrettanto cinica e superficialmente interessata a un fenomeno da baraccone.
E così, mestamente, la vita e lo pseudo successo del supposto Content Creator muoiono a velocità siderale, poiché i follower si sono saziati, con la stessa rapacità, dei suoi contenuti. C’è un nuovo influencer da seguire…
IL LURCO 2.0 moderno lo riconosci spesso dall’occhio bovino, dalla masticata simile a quella di un varano, dalla sbavata del Bulldog.
Ingoiano come pitoni africani, non hanno criteri nè parametri, non recensiscono, non approfondiscono. Vogliono essere guardati da quel mondo che ignorava la sua esistenza e godere dell’aumento di finta considerazione vestita da follower. Follower che basta interagiscano pure con le offese. Tanto Lui ci guadagna…oltretutto.
Perchè anche questo meccanismo impostato dai social è una straordinaria Maga Circe; l’affascinante incantatrice dell’Odissea che dopo il lauto banchetto trasforma gli uomini in porci.
Noi, terra del Gotha alimentare, abbiamo mescolato l’intrattentimento con la scostumatezza enogastronomica, facendoci influenzare anche dai disagi nazionali altrui.
Certi confondono oggi la divulgazione (anche del piacere perché no) con l’ingoio rapido e remunerativo di un patrimonio che è cultura, è piacere, è scienza, è psicologia, è storia, è arte, è artigianato…
E’ VITA.