SCARFACE

di



Il leone che insegnò all’uomo dignità e coraggio

Non è la forza, ma la resistenza nel tempo, che fa di un essere vivente una leggenda.”

Antico detto Masai

Lo chiamavano Scarface. Un nome e una immagine che evocavano ferocia.

In realtà, in quella cicatrice simbolo di una battaglia per la sopravvivenza e il rispetto degli equilibri della savana, si nascondeva una metafora molto più profonda. Era una storia di vita fatta di fratellanza, resistenza, battaglie, gloria e fiero declino. Da vero Re.

Il suo non è stato un regno dorato. E’ stato un regno di lotta, sangue, coraggio e amore incondizionato per i suoi fratelli Morani, Sikio e Hunter coi quali creò una delle più stabili e forti coalizioni del Masai Mara, dominando territori, proteggendo branchi di altre speci animali, affrontando temibili rivali, lasciando un’impronta incancellabile nella storia della savana.

Lacerato, stanco, vecchio, sopravvissuto, quasi cieco e tremolante; continuò a sovrintendere il territorio con la sua aura quasi immortale, di invincibile. Di Leone.

Solo la morte lo dominò, in silenzio, sotto un albero, in pace, senza essersi mai arreso in vita. Un ultimo ruggito silenzioso attraverso l’ultima esalazione del respiro.

L’EREDITA’ DI SCARFACE

È diventato un simbolo perché in un ideale parallelo con le bassezze umane, la sua esistenza insegna quale sia il vero coraggio. Ovvero quello di restare, di resistere, di lottare, e di andarsene in pace.

Al pari della cicatrice di SCARFACE, ogni nostra cicatrice interna o esterna visibile è una prova superata, una medaglia al nostro valore, un simbolo di resistenza.

A voler guardare bene dentro questa vita selvatica del maestoso felide, vi si può trovare una profonda riflessione sui valori della dignità e del coraggio, particolarmente assenti nei tempi di crisi umana. Non da parte di tutti ovvio, piuttosto spesso da parte di chi dovrebbe essere in cima alla catena gestionale (chicchessia), deputato/a alla conservazione e alla tutela dell’equilibrio sociale, di conseguenza vitale.


L’Uomo medio moderno scappa dal declino, dalla sconfitta, dalla fatica, dalla responsabilità, dal valore, dall’onore. E in questo ritengo che SCARFACE, ci abbia parlato inconsapevolmente. Ancora una volta la natura tenta di insegnare all’Uomo le regole base di mantenimento dell’equilibrio.

A chi obbietta che SCARFACE abbia ucciso per mantenere il governo del territorio, rispondo che lo stesso, piuttosto, si è difeso dagli attacchi di branchi di iene pronte (in forze superiori) a spodestarlo, ad uccidere la sua stirpe e le sue leonesse ; con la trama, l’inganno, la bassezza, l’avidità, il desiderio di possesso e altre disonestà. Anche per questo, i leoni rimangono leoni e le iene rimangono iene.

Ancora oggi, nel bel mezzo delle nuove tempeste morali e culturali, NOI umani invece, non si è capaci di assorbire ed esercitare valori e dignità. E fu così che non potè mai regnare la pace.

La meraviglia della vita e del tramonto di un animale così mitico sta proprio nel fatto che egli stesso, con la sua esistenza, è stato l’emblema di un messaggio primordiale indirizzato a quell’umanità che continua a pensare di essere astuta e immortale e che si vuol fare Re senza esserlo davvero.

SCARFACE ha governato per proteggere tutte le speci del suo ecosistema, non solo per la propria. Non solo per volontà egotica di dominio, ma per missione naturale di stabilità, moderazione e prosperità generale; la missione di un vero Re.

Allora quando arriverà l’ obiettivo finale per ognuno, i veri Re resteranno Re, ricordati da Re… e le iene resteranno iene, ricordate da iene.