SCIENZA, DIRITTO E UMANITA’

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Il Lavoro Invisibile dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi e dell’Avv. Vincenza Saltarelli

Tra aule di giustizia e laboratori scientifici, l’avvocato Vincenza Saltarelli racconta l’importanza di integrare competenze e sensibilità per rendere il sistema giudiziario più giusto e moderno.

Nel cuore della giustizia italiana, spesso offuscata da procedure lente e da una fiducia pubblica intermittente, esiste un crocevia in cui il sapere scientifico incontra la legge. È qui che opera, in silenzio e con determinazione, l’Accademia Italiana di Scienze Forensi. Nata per promuovere la cultura della scientificità applicata al diritto, questa realtà è oggi punto di riferimento per magistrati, avvocati, criminologi e forze dell’ordine.

Tra le figure che animano l’Accademia, spicca il nome dell’avvocato Vincenza Saltarelli, da anni impegnata a colmare il divario tra scienza e diritto, teoria e prassi, tecnicismo e sensibilità umana. Attualmente responsabile della Sezione Scienze Penalistiche dell’AcISF, Saltarelli è anche presidente della Fondazione Ferraguti Tomassetti, membro del Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi Odv e della Fondazione “Alberica Filo Della Torre”, e parte del direttivo scientifico di AICIS, associazione di criminologi e investigatori.

L’abbiamo incontrata per farci raccontare il senso profondo del suo lavoro, che oggi più che mai assume una funzione culturale, oltre che tecnica.

Intervista all’avv. Vincenza Saltarelli

  1. Avvocato Saltarelli, l’integrazione tra scienze forensi e diritto è sempre più urgente nel panorama giudiziario moderno. Qual è, secondo lei, il principale ostacolo culturale o operativo che impedisce ancora oggi una piena collaborazione tra tecnici e giuristi nei processi?

Secondo me l’ostacolo principale è che le scienze fanno fatica ad essere accettate in mondo diverso quale quello del diritto e la simbiosi tra i saperi ancora è lontana; in ogni caso bisogna introdurre protocolli di lavoro che forniscano garanzie e supporto alle scienze in evoluzione perché possono diventare un alleato importante per la ricerca e formazione della prova del processo, così utilizzabili da tutte le parti con il corretto accesso ad elementi utili e replicabili al fine di una ricostruzione degli eventi e degli scenari in cui si è perpetrato il reato.

  1. Lei è impegnata anche in fondazioni che si occupano di errori giudiziari e persone scomparse. Quanto è importante oggi la figura del giurista “umano”, capace di unire rigore tecnico e consapevolezza etica?

E’ fondamentale per il giudicante, e per tutti noi operatori del diritto, che si crei un “Albo dei consulenti tecnici di ufficio” per le varie materie, revisionato costantemente, cui i giudici stessi possano attingere nel caso ci sia bisogno di un apporto scientifico e specialistico. La accertata preparazione del Consulente, dotato dei necessari titoli, insieme all’Avvocato possono portare ad evitare, o contenere fortemente, errori giudiziari mantenendo quell’etica e umiltà che sono da sempre necessari in tutti i processi.

  1. L’Accademia Italiana delle Scienze Forensi è formata da professionisti di alto livello, scienziati nazionali ed internazionali. Quali competenze ritiene essenziali per le nuove generazioni di professionisti che si affacciano al mondo delle scienze forensi e del diritto penale?

Serve una preparazione dinamica, sempre aggiornata, in grado soprattutto di interfacciarsi con le professionalità limitrofe che collaborano ad un caso giudiziario, sia sotto il profilo tecnico e normativo che scientifico: ciò sarebbe un importante traguardo sia per l’Avvocatura che per le Procure e i Giudicanti.

Si potrebbe, in tal modo, tentare di evitare un errore iniziale che, nel corso dello sviluppo del processo, diventi un ostacolo enorme ed insuperabile con l’inevitabile stravolgimento del processo stesso.

Lontana dai riflettori, l’azione dell’Avv. Saltarelli e dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi mostra che innovazione e giustizia non sono in contraddizione. Anzi: solo attraverso l’unione di competenze, metodo e sensibilità è possibile restituire credibilità a un sistema che ha bisogno, oggi più che mai, di essere percepito non solo come giusto, ma anche come umano.