Italia e 13 Paesi Ue: avanti con “soluzioni innovative” per la gestione dei migranti



Bruxelles, 26 giugno 2025 – Alla vigilia del Consiglio europeo, il Premier italiano Giorgia Meloni ha organizzato un incontro informale con omologhi europei tra cui i leader di Danimarca e Paesi Bassi, per rilanciare il tema delle “soluzioni innovative” nella gestione dei flussi migratori .

Le proposte sul tavolo

Hub di rimpatrio in Paesi terzi: centri esterni all’UE dove trasferire migranti destinatari di un provvedimento di espulsione. Questi centri – spesso chiamati “return hubs” – potrebbero sorgere in Paesi con accordi di riammissione, a patto che garantiscano standard internazionali sui diritti umani  .

Ridefinizione del concetto di Paese sicuro: rafforzamento delle collaborazioni con Stati ritenuti sicuri per favorire riammissioni rapide e sicure  .


Presenti anche discussioni sulla necessità di consolidare il quadro normativo europeo sui rimpatri, come anticipato dalla Commissione che ha presentato una proposta per velocizzare la procedura di espulsione, destinata ad entrare in vigore entro il 2026  .

Il modello Italia-Albania

L’iniziativa italiana con l’Albania, che prevede hotspot e centri di accoglienza gestiti ad hoc, è stata presentata come un modello collaudato  . Benché già adottato nel 2024, esso è rimasto sotto scrutinio giudiziario e politico. La Commissione europea, pur rilevando differenze con modelli simili (come quello proposto dal Regno Unito per il Ruanda), non lo esclude nel contesto di soluzioni condivise  .

Tensioni nel dibattito politico

La proposta, però, non è unanime:

Le famiglie e i minori non accompagnati sarebbero esenti dalle misure di trasferimento economico e logistico  .

I Verdi e l’estrema sinistra contestano la creazione di “hub esterni”, definendoli incompatibili con il rispetto dei diritti fondamentali  .

Critiche arrivano anche da attori come il Partito Democratico italiano, il quale ha evidenziato i limiti concreti dei centri albanesi in un recente sopralluogo  .


Il contesto europeo più ampio

La strategia si inserisce in un più ampio quadro di politiche europee volte a ridurre gli ingressi irregolari, dall’adozione del Patto europeo su migrazione e asilo (in attuazione da metà 2026) al rafforzamento delle partnership con Paesi terzi lungo i principali flussi migratori  .

Bruxelles valuta anche il potenziamento del meccanismo di solidarietà obbligatoria e l’adozione di sanzioni per chi non contribuisce alle redistribuzioni, con l’obiettivo di alleviare il peso sui Paesi di primo arrivo  .

La posta in gioco per l’Italia

Per Roma, proporre soluzioni alternative alla sola accoglienza interna rappresenta una leva per alleggerire la pressione sulle coste nazionali – un tema centrale dopo anni di sbarchi intensi – contestualmente alla promozione di accordi con partner extra-UE (es. Tunisi, Tripoli, Tirana) e misure volte a colpire le reti di trafficanti di esseri umani  .

Queste “soluzioni innovative” si focalizzano su:

Strumento Obiettivo

Hub in Paesi terzi Espulsione selettiva e gestione esterna
Paesi sicuri condivisi Accelerare rimpatri nel pieno rispetto delle norme
Patto su migrazione-asilo Nuove regole europee per rimpatri e solidarietà


Il cammino rimane però litigioso: bilanciare efficacia e tutela dei diritti sarà la vera sfida dei prossimi Consigli UE.

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