Il piccolo sopravvissuto accolto in Italia con la madre medico

Dalla devastazione di Gaza alla speranza di una nuova vita in Italia: il racconto del viaggio umanitario che ha portato Adam e decine di altri bambini palestinesi in salvo.

È atterrato a Linate accompagnato dalla madre, la dottoressa Alaa al-Najjar, il piccolo Adam, unico sopravvissuto tra i suoi dieci fratelli e figlio di un padre ucciso durante un bombardamento israeliano. Una storia straziante che si unisce a un’operazione di salvataggio umanitario senza precedenti, coordinata dal Governo italiano con il sostegno delle istituzioni europee e internazionali.

Accolto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani con un pallone da calcio – un gesto simbolico, ispirato dalle parole della zia che ha raccontato la passione di Adam per il calcio – il bambino undicenne ha ricevuto il benvenuto sul suolo italiano. “Benvenuti in Italia, siamo felici di accogliervi”, ha dichiarato Tajani rivolgendosi alla madre, visibilmente commossa.

Adam sarà seguito dai medici dell’ospedale Niguarda di Milano per curare le fratture agli arti, mentre un’équipe di specialisti lavorerà per supportarlo anche sotto il profilo psicologico. Al suo fianco, sempre, la madre, impegnata in prima linea come medico a Gaza prima della tragedia.

L’arrivo di Adam fa parte di una missione umanitaria più ampia che ha previsto il trasporto sanitario di 70 persone – tra cui 17 bambini feriti e 53 familiari accompagnatori – grazie a tre voli speciali provenienti dalla Striscia. La missione è stata possibile grazie a uno sforzo corale che ha coinvolto la Farnesina, il ministero della Difesa, il ministero dell’Interno, la Protezione Civile, le forze armate italiane, la Croce Rossa e il Meccanismo europeo di Protezione Civile, con il coordinamento anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Dal 2024, l’Italia ha accolto circa 300 tra pazienti palestinesi e i loro accompagnatori, smistandoli tra diverse strutture sanitarie specializzate in base alle necessità terapeutiche. Oltre al Niguarda, hanno dato disponibilità altri ospedali d’eccellenza come il Meyer di Firenze, il Bambino Gesù e il Gemelli di Roma, il Regina Margherita di Torino, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e i poli sanitari universitari di Padova, Verona, Bologna, Modena e Massa.

Secondo fonti istituzionali, questa operazione rappresenta la più vasta evacuazione medica di minori feriti da Gaza mai realizzata da un Paese occidentale. L’Italia si colloca, a livello globale, al quarto posto per impegno in questo tipo di interventi umanitari.

Una rete diplomatica e logistica complessa ha permesso l’uscita da Gaza, coinvolgendo l’ambasciata italiana a Tel Aviv, il consolato a Gerusalemme e i funzionari della Presidenza del Consiglio. I voli sono stati diretti su Milano, Verona e Pratica di Mare, assicurando assistenza medica a bordo con personale qualificato e strutture d’emergenza.

Oltre al soccorso sanitario, l’iniziativa si inserisce in un più ampio quadro di sostegno alla popolazione civile di Gaza, che comprende l’invio di beni di prima necessità, farmaci e derrate alimentari.

Adam, con il suo pallone in mano e lo sguardo ancora ferito dalla perdita, è oggi simbolo vivente di un’Europa che non dimentica l’infanzia violata dalle guerre. E dell’Italia che sceglie la cura come risposta alla distruzione.


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