Roma ostaggio del caos: la denuncia di Paola Saraceni
“Basta sacrificare i cittadini: ora serve un’indennità di disagio per chi vive ogni giorno l’inferno della Capitale”
Roma, la città eterna, sembra ormai eterna solo nel caos. Code interminabili, strade chiuse, autobus deviati, metro sbarrate, manifestazioni, scioperi e disservizi che paralizzano la vita di chi, ogni giorno, cerca semplicemente di lavorare, studiare o curarsi.
È da questa esasperazione collettiva che nasce la lettera di Paola Saraceni, Segretario Nazionale di Federazione, che ha deciso di dire basta a un sistema che ignora i cittadini, mettendo nero su bianco una richiesta tanto provocatoria quanto legittima: “un’indennità di disagio per tutti i residenti di Roma”.
La miccia è stata l’ennesimo episodio di paralisi urbana.
Il 21 e 22 ottobre 2025, in occasione del Cybertech Europe 2025 ospitato al Centro Congressi “La Nuvola” all’EUR, Roma sud è stata blindata per motivi di sicurezza: strade chiuse, parcheggi vietati, linee ATAC deviate, la stazione metro B EUR Fermi chiusa.
Il risultato? Un’intera zona della Capitale bloccata.
Automobilisti partiti da Casal Palocco all’alba arrivati a Piramide dopo due ore, pendolari rassegnati a tornare a casa dopo aver percorso pochi metri in oltre un’ora, studenti e lavoratori impossibilitati a muoversi. Una fotografia degna di un film distopico, ma tristemente reale.
Saraceni non punta il dito contro la Questura o la necessità di garantire la sicurezza internazionale, ma contro l’inefficienza cronica dell’amministrazione cittadina, che non sa più gestire una metropoli complessa come Roma.
«Una capitale mondiale che si rispetti — scrive — deve saper organizzare eventi di portata internazionale senza sequestrare i propri cittadini nelle auto o lasciarli a piedi perché i mezzi pubblici vengono dirottati su percorsi alternativi e sconosciuti».
E ha ragione.
Non è accettabile che ogni grande evento, manifestazione o sciopero si trasformi in un incubo collettivo. Roma, ormai, è una città che vive nell’emergenza permanente, dove il cittadino è ostaggio dell’improvvisazione, del traffico paralizzato e dell’assenza totale di programmazione.
La proposta di Saraceni è simbolica, ma dirompente: riconoscere ai cittadini romani un’indennità di disagio, un rimborso morale e materiale per il tempo perso, lo stress accumulato, la qualità della vita calpestata da una macchina amministrativa incapace di tutelare chi paga tasse salate per servizi spesso inesistenti.
Un grido che arriva dal basso, ma che risuona come una verità scomoda per chi governa la città.
Il Sindaco ascolti, perché la misura è colma.
Roma non può continuare a essere il laboratorio del disservizio, la capitale del caos, la trappola quotidiana di chi ha solo la colpa di viverci.
La lettera di Paola Saraceni non è una lamentela: è un atto politico, civile e coraggioso. È la voce di migliaia di cittadini che non chiedono privilegi, ma rispetto.
E se a Roma vivere è davvero diventato un “disagio permanente”, allora sì, l’indennità di disagio è il minimo sindacale.


